FOO FIGHTERS: “Dirty water” (2017)
You’re my sea of poison flowers/standing in the sun, row by row./I’ve been drinking dirty water. – Sei il mio mare di fiori velenosi/che stanno al sole, riga dopo riga./Ho bevuto acqua sporca.
Il sopralluogo riguarda uno stabile di circa 15.000 mq., disposto su due piani, che ospitava un centro benessere tra i più grandi dell’intera regione. Disponeva di palestre, piscine, negozi e un punto di ristoro; aperto nel 2005, aveva raggiunto i 5.000 iscritti e occupava 80 dipendenti. La sua storia s’interruppe bruscamente nell’ottobre 2012, quando il Comune in cui era ubicato lo stabile emise un’ordinanza di sospensione dell’attività, contestando la mancanza di requisiti igienico-sanitari, edilizi e di sicurezza, richiesti da una legge del 2009. A questo stop forzato, negli anni fecero seguito due sentenze che diedero torto all’amministrazione comunale, tanto che ormai pende solo il giudizio d’appello al Consiglio di Stato sulla legittimità dei provvedimenti impugnati dall’imprenditore, il quale, oltre all’opposizione, ha richiesto un risarcimento danni vicino a 11 milioni di euro, con il concreto rischio per l’Ente locale di dover affrontare un corposo salasso. In questi anni, comunque, sia il Comune che l’Agenzia delle Entrate hanno richiesto e comminato sanzioni per pagamenti arretrati per un ammontare di diversi milioni di euro, pur essendo l’attività ferma dal 2012, secondo il consueto, cieco percorso della burocrazia nostrana. Insomma, una storia italiana esemplare di questi anni tormentati. L’ingresso nell’edificio non è difficile: basta oltrepassare le entrate ufficiali e spostarsi sul lato opposto, dove nel cortile, più o meno di fronte a un’imbarcazione che se sta a marcire all’aperto, esiste una vetrata antipanico di cui è rimasta solo l’intelaiatura. Si entra e ci si trova subito nell’immensa sala piscine (una per adulti e l’altra per bambini). La cosa che colpisce è il mutamento del clima rispetto all’esterno: umido, afoso e con una moltitudine di insetti e zanzare che infestano l’aria, inevitabile conseguenza delle acque rimaste nelle piscine, ormai ridotte a pozze putride e stagnanti. Per quanti volessero seguire le mie orme, ora che il sito è relativamente noto anche per effetto di una trasmissione televisiva sulle reti nazionali, raccomando di evitare di camminare sulle assi in legno, ormai marcite e traballanti, che separano le due piscine principali, e di prestare attenzione all’entrata a sinistra, di lato all’enorme scritta “Wellness inside”, perché nel minuscolo e buio corridoio laterale c’è acqua, come ho appurato di persona immergendo le mie scarpe per i primi due passi. Ovviamente si tocca, ma ho dovuto fare un repentino pit-stop nella mia auto per la sostituzione delle calzature. Superato il goffo contrattempo,sono rientrato per proseguire la visita e ho subito notato il distacco dei tendaggi e degli enormi teloni di protezione, il che comporta variazioni di luce e scorci fotografici originali. Proseguendo nella perlustrazione, ho visitato il resto dei locali, inclusi i retrostanti spogliatoi e palestre, quasi sempre avvolti nel buio, dove è stato depredato tutto ciò che poteva esserlo, e attraversato quello che probabilmente era il punto di ristoro e le cucine, anch’essi devastati. È pressoché Inutile aggiungere che ho verificato per l’ennesima volta la sollecitudine dei ladri di rame nel ripulire le strutture commerciali e industriali dismesse. Ho rinunciato a salire al secondo piano per entrare, ammesso che fosse possibile, nella zona riservata alla palestra, sia per mancanza d’interesse per le attrezzature ginniche sia perché ero già estenuato dalla lotta ingaggiata con i più insistenti moscerini della provincia. Solo uscendo ho fatto caso che sulla più piccola delle piscine, quella riservata ai bambini, galleggiavano i giochi acquatici abbandonati, coi loro colori vivaci e gli eterni sorrisi di plastica, sparsi in un’acqua che dava l’impressione di una palude, di fatto divenuta coltura per ogni specie di insetti molesti. Il posto, come dicevo, non presenta particolari problemi per essere visitato, ma occorre essere consapevoli che si entra in un luogo estremamente degradato, per cui è bene essere muniti di una torcia, un prodotto repellente per le zanzare (ma questo l’ho capito dopo) e scarpe da ginnastica di ricambio, particolarmente consigliate per i più distratti, categoria che continua ad annoverarmi tra i suoi sostenitori.