SOLO COME UN CANE
NICK DRAKE: “Black eyed dog” (1969)
A black eyed dog he called at my door,/the black eyed dog he called for more./A black eyed dog he knew my name,/a black eyed dog he knew my name – Un cane nero chiamava alla mia porta,/il cane nero continuava a chiamare./Un cane nero conosceva il mio nome,/un cane nero conosceva il mio nome. |
San Rocco, tra i compiti specifici conferitigli dalla chiesa cattolica, assiste pellegrini, invalidi, prigionieri, chirurghi, farmacisti, assicuratori e volontari, ricoprendo il ruolo tipico della figura minore destinata a raccogliere alcune delle protezioni rimaste scoperte. In realtà, questo santo è stato originariamente patrono specifico di due categorie molto diverse tra loro ed ora in apparente disarmo: gli appestati e i cani. Rocco di Montpellier, noto come san Rocco (Montpellier, 1345/1350 – Voghera, notte tra il 15 e il 16 agosto 1376/1379), è stato un pellegrino e taumaturgo, cui sono attribuite diverse miracolose guarigioni dalla peste agli infermi da lui soccorsi. Fin qui tutto nella regola, almeno stando a quella tramandata dall’oralità, dato che di lui ci sono rarissime tracce nella storiografica cattolica ufficiale. Ma, a questo punto, cosa c’entra il cane? C’entra, perché il povero San Rocco, fino a quando guariva il morbo era ben accolto, ma quando fu lui a contrarre la peste gli si fece il vuoto intorno, al punto che solo un cane osava avvicinarlo con in bocca un pezzo di pane che gli portava ogni giorno. Non a caso, l’iconografia cristiana lo raffigura sempre con una ferita alla gamba, ulcerata dalla malattia, e con un fedele cagnolino, ai suoi piedi, con in bocca un pezzo di pane. Al di là della posizione non certo primaria che questo santo ha nell’agiografia cristiana, probabilmente per le frammentarie notizie storiche sulla sua vita, il culto di San Rocco è uno dei più vivi e seguiti dalla pietà popolare. Andando per le colline del fermano, ho scoperto una chiesa semidiroccata sita in una posizione singolare, praticamente al vertice alto di una curva a gomito che chiude con una imponente croce a terra, giusto all’ingresso un tempo chiuso dal portale che ora manca. Eretta appena fuori dalle mura del paese tra il XV e il XVI secolo, prende il nome del santo per segnalare la minuscola frazione. La chiesa deve la sua intitolazione a San Rocco per assicurare la protezione dalla peste e le sue generose dimensioni avvalorano l’ipotesi che possa essere stata destinata anche alle sepolture delle vittime del morbo. Caduta in disuso nel XX secolo, rimane molto poco del suo interno, anche perché il tetto, completamente crollato salvo che nella parte absidale, ha restituito la pavimentazione alla vegetazione spontanea. Resistono l’abside, seppur ammalorato e il campanile a vela con due cornici, alloggiamenti per altrettante campane. Resta l’impressione di una chiesa semplice ma armoniosa ed è un peccato che non si sia riusciti a provvedere al restauro nei tempi dovuti.