THE WHO: “Substitute” (1965)
But I’m a substitute for another guy – Ma io sono un sostituto di un altro ragazzo.
Può sembrare fuori tema l’introduzione che ho scelto per una scheda riferita al culto cattolico, ma è esattamente quello che è accaduto alla chiesetta rurale scovata per le campagne del maceratese. Infatti quelle zone collinari erano segnate dalla devozione a sant’Eurosia, praticata almeno a partire dalla prima metà del XVII secolo nella cittadina di cui sono contrade, e non a caso due ricche e nobili famiglie dell’epoca le intitolarono questa chiesa di loro proprietà. Per essere ancora più precisi, la chiesa del 1760 fu intitolata ad Eurosia e Francesco, e solo in seguito subentrò sant’Antonio, sostituzione che può essere compresa se si tiene presente la specifica protezione alle campagne assicurata dal culto del subentrante panchinaro, giusto per utilizzare una terminologia calcistica. Non che Eurosia non avesse i titoli adeguati, dato che è considerata la protettrice contro le calamità naturali come fulmini, grandine, temporali e siccità, nonché dei raccolti, ma è altrettanto certo che sant’Antonio sia più legato al sentimento popolare della devozione contadina, e ciò probabilmente spiega la successiva intestazione. La chiesetta fa parte di un piccolo complesso immobiliare inaccessibile per effetto dell’ultimo sisma, tanto che in più punti compaiono i consueti cartelli che segnalano il pericolo di crolli, ma la curiosità ha avuto il sopravvento e, complici il silenzio del posto e l’accattivante vista del tempietto, ho oltrepassato la piccola selva e ho verificato un’apertura su un lato dell’edificio. All’interno pochi oggetti e qualche fessurazione a segnare gli effetti visibili del terremoto e la sensazione di un luogo di pace. E poi, a dirla tutta, non è male che un santo non di prima fila una volta tanto passi avanti ai più titolati.


