Il gigante d’argilla

j

by Chiedi alla Polvere

}

Novembre 17, 2013

COUNTIN CROWS “Round Here” (1993)

Round here we’re carving out our names./Round here we all look the same./Round here we talk just like lions,/but we sacrifice like lambs – Qui intorno stiamo scolpendo i nostri nomi./Qui intorno sembriamo tutti uguali./Qui intorno parliamo come leoni,/ma poi ci sacrifichiamo come agnelli.

La fornace S., fondata nel 1890, è stata da sempre un fiore all’occhiello della storia industriale marchigiana. Situata in un paese caratterizzato da un terreno ricco di un’argilla tra le più pregiate, l’impresa passò dai primi forni Hoffmann all’utilizzo di quelli a tunnel, tecnologicamente più avanzati, tanto che, con il boom degli anni ’50 e ’60, l’azienda registra un’enorme espansione sul mercato con una varietà di prodotti che la pone all’avanguardia per qualità e scelta dei manufatti. Con l’inizio degli anni 2000 il mancato rinnovamento tecnologico e la forte crisi che iniziava a serpeggiare nel settore edilizio, viepiù aggravatasi nel decennio successivo, determinarono difficoltà aziendali sempre più marcate, culminate nel febbraio 2012 con il crollo di alcuni tetti degli stabilimenti per le forti nevicate del periodo. Gli impianti vennero chiusi e fu avviata la cassa integrazione per i 45 dipendenti. Scaduta la cassa integrazione alla fine del 2012, non fu presentato alcun piano industriale da parte aziendale e i lavoratori si sono trovati senza tutele dal 2013, né si sono più avute notizie sull’evoluzione della questione. Intanto per l’azienda iniziava il solito percorso delle strutture industriali abbandonate, caratterizzato da furti di rame e da un declino progressivo che pare inarrestabile. Il sopralluogo effettuato non ha presentato particolari problemi per l’accesso e si è rivelato oltremodo interessante sia per la sostanziale integrità del complesso che per la recente dismissione dell’attività; quest’ultimo fattore, in particolare, ha permesso di verificare pressoché inalterata la fisicità imponente del luogo, scandito nei vari settori dalla maestosità degli impianti, dalla presenza di macchinari che sembrano spenti da pochi minuti, fino all’emozionante sala delle sabbie in cui venivano scelti gli impasti migliori con le sagome dei mattoni predefinite da stampi in legno. Un appassionato di urbex non può chiedere di più, ma dubito che le maestranze abbandonate al loro destino possano rallegrarsi di questa mia fortuna.

RICERCA TEMATICA

SCEGLI LA TUA REGIONE

Categorie

Archivio

Post relativi

Diplomazie monastiche

Diplomazie monastiche

PLASTIC ONO BAND: “Give peace a chance” (1969) Ev’rybody’s talking about/revolution, evolution, masturbation,/flagellation, regulation, integrations,/meditations, United Nations,/congratulations./All we are saying is give peace a chance. - Tutti parlano...

Acacie in chiesa

Acacie in chiesa

GRAHAM NASH: “I used to be a king” (1971) I used to be a king/and everything around me turned to gold,/I thought I had everything/and now I'm left without a hand to hold. - Ero un re/e tutto intorno a me si trasformava in oro./Pensavo di avere tutto/e ora sono rimasto...

Gemellaggi oltremanica

Gemellaggi oltremanica

SEX PISTOLS: “God save the Queen” (1977) There’s no future/in England’s dreaming./Don’t be told what you want,/don’t be told what you need./There’s no future, no future,/no future for you. – Non c’è futuro/nel sogno dell’Inghilterra./Non farti dire ciò che vuoi,/non...