CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL: “Green river” (1968)
Take me back down where cool water flows. – Riportami giù dove l’acqua scorre fresca.
Siamo nelle Marche centrali, più precisamente nel fermano, in un parco acquatico abbandonato, molto noto e fotografato nel mondo urbex. A differenza di tutti i posti del genere di cui ho conoscenza, questo non ha strutture o sostegni metallici a segnare i vari percorsi d’acqua, poiché sfrutta il fatto di essere posto a ridosso di una ripida collina quasi a picco sul mare, il che consente di adeguare gli scivoli alla sola pendenza del terreno con un effetto visivo assai poco impattante dal punto di vista naturalistico e ambientale. Sembra che i giganteschi scivoli siano solo delle lunghe proboscidi che sorgono dall’alto della collina per adagiarsi mollemente sulle pendenze create dalla natura. Questa originalità del luogo ha permesso di posizionare in ambienti diversi i vari punti di divertimento e ristoro, assegnando le tre piscine principali in basso, praticamente all’altezza del piano stradale (quella per le onde, quella per gli scivoli e quella autonoma) e, salendo, una piscina intermedia per gli adulti e una per i bambini. Naturalmente tutte le piscine erano servite da posti di ristoro dedicati, che trovavano il loro apice nel grosso ristorante che sovrastava la struttura, un edificio a tre piani, caratterizzato dalle bellissime vetrate a 180° con vista sul mare. Il complesso nel suo insieme, al momento della mia visita, non si presentava vandalizzato in modo significativo e, salvo il naturale degrado determinato dal trascorre del tempo e dall’incuria, mostrava ancora delle buone potenzialità di ripresa. È sempre difficile capire a fondo i motivi per cui un’attività come questa, sempre frequentatissima dal pubblico, sia potuta incorrere nella chiusura, avvenuta definitivamente nel 2002 con la cessazione dell’attività di ristorazione. Si può ipotizzare che i costi fissi di gestione fossero troppo elevati, considerato il naturale periodo di stop all’infuori dei mesi estivi, e che un complesso del genere necessita di manutenzioni costanti, ma la ragione reale dell’abbandono non la conosco né ho potuto ricavarla da informazioni certe ricavate dalla rete. Da qualche tempo l’area è stata rimessa in discussione per essere reinserita in un piano urbanistico di recupero, ma con ipotesi concrete piuttosto vaghe. E intanto la natura, simile a un pitone che si appresti a inghiottire la preda, continua la sua opera d’invasione progressiva degli scivoli, avvolgendoli nelle sue spire.