BOB DYLAN: Higlands (1997)
Feel like a prisoner in a world of mystery./I wish someone would come/and push back the clock for me. – Mi sento come un prigioniero in un mondo di mistero./Vorrei che qualcuno venisse/e rimettesse indietro l’orologio per me.
In uno dei miei giri di perlustrazione, ero stato incuriosito da un torrione che si stagliava sul monotono scorcio di una piccola zona artigianale. Nelle nostre campagne non è insolito imbattersi in costruzioni eclettiche, che testimoniano le diverse funzioni cui furono adibite nel tempo. L’edificio, che ho scoperto essere tutelato dalla Sovrintendenza architettonica per le Marche, è tuttora di proprietà dell’Enel e versa in uno stato di evidente degrado, specialmente nelle pertinenze unite alla costruzione principale, che risultano in gran parte crollate o pericolanti. La torre, tutto sommato, sembra reggere benino i suoi anni (risale al ‘400), anche se non mi è stato possibile visitarla all’interno per via degli ingressi e finestre sbarrati, mentre la recinzione che circonda il complesso, sbrindellata in più punti, mi ha permesso di visitare il piano terra. La destinazione originaria della costruzione era per l’attività molitoria e non deve sorprendere la fortificazione, poiché in quei tempi l’assalto ai mulini non era poi così raro. Del resto, diversi secoli dopo, anche Manzoni ne “I Promessi Sposi” descrive un assalto ai forni, giusto per far capire a cosa possa portare la fame. Nell’ultimo secolo il complesso è stato utilizzato come mulino, come sede del campo di lavoro per i prigionieri durante la seconda guerra mondiale, come scuola elementare e come centrale elettrica, che probabilmente utilizzava l’acqua che scorreva nel vallato adiacente, alimentato dalla chiusa sul fiume Potenza. Il corso del canale fu deviato col lavoro coatto dei prigionieri di guerra e lo sfruttamento delle acque dirottato a una centrale di sollevamento situata pochi chilometri più in alto. Il torrione si presenta con evidenti caratteri fortificati, possenti murature e i canonici beccatelli. All’edificio fortificato è addossata, in corrispondenza dell’accesso originario, una costruzione di pertinenza con delle aperture ad arcata, probabilmente funzionali alle esigenze del mulino. La torre presenta aperture (ora vere e proprie finestre), in un numero insolitamente alto per una costruzione militare, ma assolutamente logiche per i molteplici riusi che il manufatto ha avuto nei secoli. A questa torre ne hanno fatte vedere parecchie ed è un peccato vederla andare incontro a una fine così misera. Credo ci sarebbe la possibilità di rimetterla in sesto, escludendo le pertinenze, già in parte crollate o avviate a un prossimo collasso, ma, considerata la tradizionale attenzione dell’Enel alle politiche ambientali, credo sia meglio rassegnarsi al botto.