Ultimo giro

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by Chiedi alla Polvere

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Aprile 2, 2018

JACKSON BROWNE: Fountain of sorrow (1974)

And while the future’s there for anyone/to change,/still you know it’s seems/it would be easier sometimes/to change the past. – E sebbene il futuro stia lì/per chiunque voglia cambiarlo,/tuttavia sembra che sarebbe più semplice a volte/cambiare il passato.

Su una delle colline a sud di Ancona si erge, tuttora maestosa nonostante l’incuria, una villa nobiliare dalla facciata alta ben ventuno metri, che fu residenza estiva dei conti F., da sempre unici proprietari del complesso immobiliare. La posa della prima pietra della costruzione si fa risalire alla fine del ‘500, con l’intenzione di edificare  un piccolo casino di caccia e di campagna, che poi fu ampliato a più riprese nei secoli successivi fino alla dimensione visibile oggi, rappresentata dai circa 2.000 metri quadrati della sola villa nobiliare. La costruzione fu concepita per la funzione ricreativa ma anche, e forse soprattutto, per quella di fulcro dell’azienda agricola che la circondava, costituita dalle cantine e pertinenze al piano terreno (tuttora presenti, seppure in precarie condizioni) e dei 16 ettari dei terreni antistanti la villa, assumendo nel tempo sempre più marcatamente il ruolo centro di controllo della produzione agricola della tenuta attigua, nonché della conservazione dei prodotti lavorati. La visita al complesso immobiliare è partita dalle costruzioni a lato della villa vera e propria, adibite a stalle, ricoveri per gli ammassi agricoli e a pertinenze di vario genere, per poi estendersi alla villa, una cui entrata era parzialmente agibile e consentiva di arrivare al piano superiore, del quale ho verificato lo stato di evidente abbandono e la destinazione probabilmente riservata alla servitù addetta alla cura dei servizi dell’edificio principale. Purtroppo sono risultati totalmente interdetti, perché murati, gli altri ingressi alla villa, che presumibilmente permettevano l’accesso ai locali riservati ai proprietari, dei quali veniva riferito da cronache passate della presenza di stanze affrescate e di mobilio di gran pregio, che dovrebbe essere stato rimosso prima della muratura dell’edificio, ma stavolta non mi è stato materialmente possibile accedere al corpo principale, sulla cui tenuta statica non mi pronuncio, sebbene al riguardo avrei più di una riserva. La contessa Anna, deceduta nel 2006 a novant’anni di età, fu l’ultima che si sia fattivamente preoccupata della proprietà, intervenendo anche sulla meravigliosa chiesetta attinente al complesso, anch’essa ora murata dopo le ripetute spoliazioni effettuate da mani ignote. La Sovrintendenza ai beni architettonici delle Marche, che nel 1991 aveva vincolato tutto il complesso immobiliare della villa (chiesa compresa) come bene di interesse storico, non ha mai provveduto ad alcun intervento di risanamento e, parimenti, gli eredi della defunta contessa Anna, residenti in altre lontane regioni, hanno dichiarato l’impossibilità materiale di procedere al costosissimo ripristino del sito. Di questo passo, non è difficile prevedere che tra pochi anni per questa meravigliosa villa suonerà la campanella dell’ultimo giro.

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