Villa Ombrosa

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by Chiedi alla Polvere

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Marzo 29, 2019

SMITHS: “Back to the old house” (1984)

I would love to go/back to the old house,/but I never will – Vorrei tanto/tornare alla vecchia casa,/ma non lo farò mai.

Il posto è noto nel panorama dell’urbex e, approfittando di una mia puntata in zona, ho voluto verificare la situazione in cui versa questa villa dei primissimi del ‘900. L’accesso è semplicissimo: basta entrare dal basso muretto antistante e si è già in quello che era il frondoso parco di un tempo, ora molto ridotto per il drastico taglio di molte piante. L’impatto visivo, per quanto di una certa suggestione, cede presto il passo alle considerazioni sullo stato di abbandono, denunciato dai cornicioni sbrecciati in più punti, dalle imposte penzolanti nel vuoto e dalle vetrate ormai infrante; l’unico fregio rimasto ancora miracolosamente intatto sulla facciata è la formella tonda di maiolica smaltata. Se possibile, la situazione peggiora non appena entrati nell’edificio, ormai spoglio di tutto e modificato dai discutibili interventi effettuati a partire dagli anni ’70. La villa, del resto, ha avuto una vita movimentata con numerosi passaggi di mano, dalla contessa Carini di Roma, prima proprietaria fino agli anni trenta, per arrivare ad un certo Cameo, di origine ebraica, cui il bene fu confiscato a seguito delle legge razziali promulgante nel 1938; di lì a pochi anni, la villa fu incredibilmente risparmiata dal duro bombardamento alleato del primo novembre 1944, cui fu sottoposta Rimini. Dieci anni dopo fu un prete, don Pietro Lodolini, ad acquistare la proprietà per adibirle ad ostello per la gioventù (di qui gli stravolgimenti degli interni dell’edificio) e infine a un vero e proprio centro di accoglienza ante litteram per i primi senegalesi arrivati in zona. Alla morte del sacerdote, nei primi anni novanta, subentrarono nuovi proprietari, ben più interessati a disfarsi degli immigrati che alle cure della villa, che infatti è arrivata fatalmente all’attuale degrado. Sul cancello d’ingresso è affisso uno sbiadito cartello con scritto “vendesi”: è lì da dieci anni.

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