WHO: “Won’t get fooled again” (1971)
Meet the new boss,/same as the old boss – Guarda il nuovo padrone,/uguale al vecchio.
La storia di questo cementificio inizia nel lontano 1909 con la creazione di una società per lo sfruttamento della cava di calcare in prossimità del fiume Sentino, al fine di ricavarne ricavare cemento, calce e gesso. Le fasi di cottura avvenivano in tre forni verticali di tipologia Dietzch, i cui camini di scarico sono ancora visibili. Complesse e tormentate furono le vicende che hanno attraversato la fabbrica con ripetuti fallimenti e scandali per intrecci non propriamente limpidi tra imprenditori, regime fascista e, più tardi, politici locali del dopoguerra, in una sequela di eventi segnati soprattutto dalle proteste di parte della popolazione locale contro i fumi tossici della fabbrica, situata in zona semicentrale nel mezzo di un rione densamente popolato. A fine 1974, essendo ormai esaurite le possibilità di attingere ai fondi pubblici di sostegno per certe attività, a meno di non effettuare costosi investimenti, i capitani coraggiosi a capo dello stabilimento chiudono baracca e burattini. Nel 1983 avviene la vendita degli stabili. Intanto, lo scheletro fatiscente del cementificio spicca tra abitazioni, scuole e uffici vari, con alcune parti a dichiarato rischio di crollo. Come spesso in questi casi, sono state proposte iniziative per il recupero della zona, ma, in assenza di investitori pubblici o privati, tutto è fermo da molti anni. Non resta che attendere il crollo dei camini.