Industrie, UMBRIA

Azoto in polvere

Azoto in polvere

PULP:  “The trees” (2001)

The smell of leaf mould and the sweetness of decay – È odore di terriccio, foglie e la dolcezza del disfacimento.

Quest’enorme capannone è solo una parte del complesso industriale che lo sovrasta sull’altra riva del fiume. Era adibito a deposito di calciocianamide, un concime azotato ad uso agricolo che veniva stipato in questo enorme magazzino prima di essere impachettato per la commercializzazione. La sensazione precisa che si ha entrando è il sentore acre che si percepisce a oltre quarant’anni dalla sua dismissione. E’ l’odore delle tante sostanze chimiche, lì parcheggiate a tonnellate nel corso di decenni, ma a questo si mescolano altri odori, alcuni dei quali in qualche modo familiari, anche se indecifrabili, che hanno lasciato chiari segni a terra, sulla cui superficie emergono i colori più disparati, come se pian piano la terra stessa li rigettasse dalle sue viscere. Nella sua maestosità semplice e disadorna, di un capannone industriale che non ha richiesto particolari sforzi di progettazione, risalta una dignità e una particolarità, dettata dal tempo e dalla natura che lentamente se ne sta riappropriando. Infatti, nell’unico punto in cui qualche raggio di luce riesce a penetrare dalle fenditure del soffitto, una pianta, ormai con salde radici, si è impossessata di un lato della costruzione, a dispetto dei veleni presenti nel sottosuolo. L’uomo, barando, può vincere per un giorno, ma è la natura che domina il tempo.

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