JESUS AND MARY CHAIN – “Almost Gold” (1992)
And if I ever fell from grace/with every living human state,/well, I throw the whole thing down/and I take to higher ground./Cast a spell on my surround,/time to think on what I found./This is almost gold. – E se mai cadessi in disgrazia/con ogni essere umano vivente,/beh butto giù tutto/e prendo terra più in alto./Lancio un incantesimo ad avvolgermi,/è ora di pensare a quello che ho trovato./Questo è quasi oro.
Questa chiesa, ormai ridotta a un rudere, è un muto rimprovero: avrei dovuto visitarla prima. Ormai, purtroppo, il danno è fatto e mi resta solo il rimpianto per non averla esplorata quando ancora si presentava in condizioni dignitose, pur nell’abbandono. Pochissime sono le note ufficiali e attendibili che la riguardano; si sa che agli inizi del 1700 vi si celebravano le regolari funzioni che perdurarono fino agli anni 50 del secolo scorso. Da quel momento in poi, più nulla di certificato, per cui è logico ritenere che il sito non fosse più attivo già dagli anni 60. Un abbandono così lungo spiega certamente lo stato pietoso in cui versa la chiesa, orami visitabile solo varcando gli sparuti varchi laterali che, qui e là, tra la fitta vegetazione che contorna l’edificio, immettono in vari punti della lunga navata. L’impatto scenografico è comunque maestoso sia per l’imponenza della chiesa sia per la magnificenza dei colori che a tratti insistono ancora sui muri laterali, tutti virati tra l’ocra e il rosa salmone con qualche traccia di rari fregi in similoro. Restano solamente il confessionale e gli altari laterali, ancora riconoscibili ma anch’essi prossimi al totale sfacelo. Il tetto è ormai interamente collassato a terra, salvo qualche lacerto appena sopra l’ingresso, lasciando intravedere fosse e varchi che possono far supporre la destinazione a luogo di sepolture, in teoria giustificato dall’imponenza del complesso, che consta della chiesa e di una vasta canonica a lato, assolutamente inaccessibile e molto malmessa anche solo a una prima vista. Proprio per lo stato di rudere, o poco più, in cui versa l’edificio, stavolta posso fare un’eccezione al consueto riserbo sui luoghi visitati per dire che l’imponente chiesa è situata su un colle non lontano da Umbertide e che è intitolata a San Bartolomeo de’ Fossi. Bartolomeo, apostolo nominato nel Vangelo come uno dei presenti sul lago Tiberiade, deve la sua macabra fama agli storici medioevali, che resero noto il suo atroce martirio in Armenia attraverso lo scuoiamento e successiva decapitazione. Gli toccò davvero una fine terribile, proprio come la chiesa a lui intitolata che ogni giorno continua a perdere pezzi.