PINK FLOYD: “Lost for words” (1994)
Can you see your days blighted by darkness?/Is it true you beat your fists on the floor?/Stuck in a world of isolation,/while the ivy grows over the door. – Puoi vedere i giorni arrugginiti dal buio?/È vero che batti i pugni sul pavimento?/Incastrato in un mondo di isolamento,/mentre l’edera cresce sulla porta.
Gli abitanti di questo paese ora risiedono a Faraone Nuovo, che in linea d’aria è a un tiro di schioppo, mentre il vecchio paese se ne rimane nascosto, protetto da una forra e da una piccola selva incustodita che lo separa dal resto del mondo. E’ facilmente accessibile proseguendo per l’unica strada di campagna che lo collega al nuovo insediamento. Lo spostamento dei residenti avvenne a seguito di un evento sismico che lo colpì nel settembre del 1950 (magnitudo 5,3 Richter), aggravato dall’accentuarsi del movimento franoso che coinvolgeva l’area dell’abitato, rendendolo insicuro e inagibile. Ci vollero circa quindici anni perché il paese si svuotasse completamente e iniziasse la sua leggenda di borgo medievale (i primi documenti che lo riguardano datano 1001), il cui accesso era assicurato da un ponte levatoio, oggi sostituito da un normale passaggio sul fossato che ne anticipa l’entrata. Si tratta di un luogo ormai completamente assediato dalla natura che sta man mano imprigionando tutte le abitazioni, ad esclusione della chiesa sulla piazzetta all’ingresso, unico edificio salvaguardato che forse potrà essere recuperato. Il resto è un cammino tra quinte vuote, case e palazzetti le cui aperture vomitano ogni tipo di vegetazione spontanea, come fossero dei giganteschi balconi incustoditi; e, ovviamente, su tutto incombe il più grande silenzio. il paese nuovo, anonimo e triste, è lì vicino, ma quanto sembra lontano.